mercoledì 18 febbraio 2015

Emozioni: la Rabbia

Tra le emozioni più importanti nella gestione delle nostre relazioni, ce n’è una che ci rende difficile comunicare in modo sano e distinguere quali sono i reali bisogni, sia dell’altro che i nostri. Stiamo parlando della rabbia.
Come comunicare all’altro che siamo arrabbiati? Per alcuni, me compresa finché non ho fatto il mio percorso individuale di counseling, è davvero molto difficile. I motivi possono essere molteplici: rifiuto, paure, insicurezze, ferite date o ricevute, abbandoni e molto altro. D’altro canto può risultare difficile per molti, invece, controllarla, poiché arriva come una tempesta che porta via ogni possibilità di controllo.
Comunicare al diretto interessato che siamo arrabbiati nel “giusto” modo è una di quelle cose a cui generalmente non si viene educati. Possiamo però iniziare con dei semplici esercizi ad impadronirci di una modalità che si basa innanzitutto sul rispetto reciproco e che ci permettono di entrare in un conflitto esprimendo quello che proviamo e con l’obiettivo di trovare una soluzione. Provare aiuterà di certo ad essere più consapevoli dell’emozione in arrivo e a direzionarne le energie verso una territorio più fertile. Può essere utile studiare questi esercizi o stamparli per rileggerli al momento del bisogno.
- Il primo di questi è evitare il confronto quando la rabbia “ribolle” poiché è molto probabile che dell’obiettività venga dimenticata l’esistenza e si potrebbe entrare con molta facilità in uno scontro a parole poco piacevoli. L’azione da fare immediatamente è scaricarsi con l’attività fisica oppure prendersela con dei cuscini.
- Il secondo esercizio consiste nel contatto con se stessi attraverso il respiro. In questo modo lasciamo emergere in modo naturale le piccole frustrazioni oppure i bisogni inascoltati e guardiamo in modo chiaro quali sono i diritti a cui non è stata data voce: alla luce di ciò che emerge, dandoci del tempo, possiamo comunicare in modo chiaro e nel rispetto della persona a cui ci rivolgiamo tutte le mancanze e i sentimenti legate ad esse. L’ascolto di se stessi attraverso il respiro è un’arma vincente per ritrovare un centro da cui partire con maggior chiarezza.
- Il terzo riguarda la consapevolezza delle nostre emozioni e le parole giuste per comunicarle. Il messaggio dovrebbe parlare di ciò che abbiamo sentito in relazione a …. un esempio potrebbe essere ” Mi arrabbio quando fai, dici etc …” anziché “Tu mi hai fatto arrabbiare perché …” oppure ” Mi sento così quando agisci in questo modo …. dici questo … etc…” anziché “Tu mi fai male se dici questo … se fai questo …”. Questa modalità di comunicazione divide bene ciò che è veramente tuo, da ciò che è dell’altro; arriva direttamente al cuore e diventi sovranopadrone del tuo essere rispettando la sovranità dell’altro.
- Il Quarto è comprendere ascoltando l’altro. <<Solo se si cammina nei mocassini dell’altro se ne scoprono i bisogni e le paure e solo così non si entra nel mondo dell’altro proclamando la propria verità a voce alta, magari come un urlo che mandi in frantumi i cristalli più preziosi che l’altro protegge. G. Morrone >> E così dopo l’espressione del nostro sentire possiamo dare il tempo all’altro per dire la propria, ascoltando, standoci come se …
- Il Quinto e ultimo esercizio è proporre in modo appropriato quella che per noi “potrebbe” essere una soluzione o una modalità di risoluzione comunicando che ci piacerebbe provare ad utilizzarla insieme. Rispettando ognuno la voce dell’altro, si potrà in questo modo verificare se le proposte di soluzione possono essere valide per entrambi.
Imparando ad ascoltarsi impariamo ad ascoltare l’altro e a rendere efficace l’espressione delle nostre emozioni.
rabbia

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